Misurare l'infinito ...
-Il titolo del post è un controsenso! E' vero lo è, ma lo è anche ciò che vediamo accadere sempre più spesso intorno a noi. Abbiamo scelto il nostro modo di vivere, crescere, progredire nei vari campi d'interesse; per ogni singolo argomento abbiamo fatto ricorso a studi e ricerche propri o di altri, ed ogni giorno ci poniamo nuovi traguardi. Ma ci sono temi che per loro natura non possono avere un inizio ed una fine, non possono essere insegnati o imparati; ma solo capiti. L'insieme della volontà dei più, si dirige velocemente verso la schematizzazione, la semplificazione, il cibo precotto, il tempo dello "smart" e del "plug and play" (tanto per rimanere in tema di mode anche linguistiche) in nome di una incomprensibile frenesia, si tende ad accettare, anzi, a chiedere che qualcuno ci fornisca la soluzione senza curarci di capire il problema, in modo da poter poi un giorno risolverlo da soli. Perché? Per pigrizia, superficialità, per delegare più possibile le responsabilità ... e non ultimo per la raffinata opera di furbi "pifferai magici" che giurano di poter di "misurare l'infinito" per noi ed insegnarci a farlo più o meno semplicemente (a pagamento) confezionando belle quanto inutili scatole vuote (con relativo attestato). Ora: certo si può affinare una tecnica, un metodo che possa aiutare la comprensione, ma non si può insegnare l'arte, e neppure la poesia, la sensibilità o la percezione. Possiamo solo capire che esistono; che se veramente lo vogliamo possiamo imparare, lavorare per percorrerne i sentieri con umiltà e dedizione, cercare confronti seri con coloro che hanno già sperimentato personalmente l'argomento in questione. Impariamo a guardare con gli occhi giusti, ad impegnarci a capire fin dall'inizio senza scorciatoie ed assumiamoci onestamente la fatica della comprensione ed il rischio di sbagliare, perché...
Non esistono esperti, corsi e soprattutto attestati in "misurazione dell'infinito".