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Scegliere di star bene


Chi sceglierebbe di stare male? In realtà sono moltissimi coloro che non scelgono affatto, pensando di fare già tutto quello che gli è possibile per stare bene. Eppure, parlando con la gente, è incredibile ascoltare come le persone invece, una volta superati i convenevoli, dicono di stare prevalentemente male. Molti addirittura ne parlano come se fosse uno stato che li rende più “integrati”: male nelle relazioni, male in casa, male al lavoro, e questa condizione sembrerebbe sempre “al momento” irreversibile; sì, perché c’è sempre qualcosa o qualcuno, che ora impedisce al benessere di essere per loro la condizione normale. Fortunatamente qualcuno ammette di star bene, anche se ho imparato a non fidarmi troppo di costoro, perché stare male, o sentirsi a disagio, è spesso vissuto da alcuni, come uno stato da nascondere agli altri, e paradossalmente, sono quelli che realmente stanno veramente male ... Ma perché si sceglie così spesso di stare male? Perché questo è ciò che ci è stato “ordinato” di fare. Delegare la soluzione dei problemi e le conseguenti responsabilità per il nostro stato a qualcuno o qualcosa fuori da noi, è l’insegnamento che ci è stato proposto per così tanto tempo e così capillarmente in ogni dove, che oggi, non ci è più nemmeno possibile pensare ad una diversa condizione. In questo modo siamo perennemente in stato di ansia, di timore, spesso di sani, ma probabili malati. In questo stato, saremo portati a diffondere tra i nostri familiari, parenti, amici e conoscenti, un costante sottofondo di paura di ammalarsi, o peggio di essere già ammalati, contribuendo al diffondersi della paura di stare male. A confermare questi timori, i continui messaggi da ogni dove riguardanti medicinali di ogni tipo, da banco e non, capaci di risolvere ogni più minimo disturbo, che impedirebbe, a sentire la pubblicità, di vivere pienamente la nostra vita. Partire da qui, significa predisporsi fin da bambini inconsciamente, ma inevitabilmente, alla possibilità di ammalarsi realmente. Il nostro corpo nel suo perfetto insieme, quando presenta dei disturbi, ci comunica, attraverso questi piccoli (inizialmente) segnali, la necessità di porre attenzione su un dato punto. Se immediatamente cancelliamo questo segnale con un farmaco, perché non vogliamo rinunciare a vivere pienamente la cena con gli amici, la vacanza al mare, la seduta in palestra o la scampagnata, ignoriamo un importante segnale, che nel lungo termine potrebbe veramente portare a patologie gravi. La cosa interessante, è che l’astuzia della attentissima “task force pubblicitaria”, attraverso le mille app per la salute sui cellulari ed i vari strumenti sempre connessi considerati “facilitatori di vita elettronici” perennemente collegati al web, resasi conto della virata in senso naturale /olistico di molte persone, hanno immediatamente introdotto sul mercato, altri farmaci, stavolta sotto forma di miracolosi “integratori” bio, green, friendly, eco solidali (tutto da verificare naturalmente) che così, non sono più visti dai consumatori che vorrebbero cambiare stile di vita come medicinale sintetico tradizionale, ma altrettanto mirati a cancellare e nascondere sintomi e condizioni di allerta del nostro apparato psicofisico. Di fatto, la cosa non cambia. Ancora più stupefacente come mi giungano continuamente richieste per migliorare lo stato energetico di persone attraverso l’utilizzo delle “Frequenze Cristalline” (un tempo cristalloterapia) o degli ambienti abitativi e di lavoro con l’antichissima pratica del “Feng Shui”, da soggetti che non conoscono minimamente, o solo per sentito dire, il funzionamento di tutta la parte relativa alle bio energie che possediamo e che qui intorno a noi, permeano e rendono vivo il nostro pianeta, cosa che non possiamo non considerare, quando si sceglie in qualsiasi modo si voglia, di migliorare il proprio benessere. La pratica pillola “smart”, in queste cose, non funziona. Fondamentalmente posso dire che nessuno può veramente guarire, se prima non conosce consapevolmente la fonte della sua malattia, i medici sanno bene che curare i sintomi non basta mai, e sanare solo l’eventuale parte fisica, una volta che si sia veramente individuata, comunque non è sufficiente; rinunciare a conoscere se stessi delegando ad altri una cosa così importante come la salute, può portare solo ad una sempre più ampia casta di inconsapevoli e perenni ammalati farmaco dipendenti.

Alessandro A. Pardini

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