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Giardini Zen e Karesansui



-Questo particolare tipo giardino viene utilizzato da alcuni esperti di Feng Shui oltre che come abbellimento o luogo dedicato alla meditazione, come ostacolo - barriera contro l’aggressività delle energie esterne all’area a da proteggere. Nel caso non si possa modificare o eliminare la perturbazione diretta contro la casa o il sito, si può intervenire frapponendo un’area allestita con pietre e sabbie colorate, vasi di forme precise contenenti particolari tipi di piante che devono essere selezionate e posizionate secondo uno schema di proporzioni adatto alle circostanze. Esistono svariati tipi di giardini Zen e Karesansui, e nonostante la tendenza ad immaginarli privi di vegetazione o acqua, appunto “secchi”, alcuni contemplano al loro interno anche l’utilizzo di laghetti, corsi d’acqua e fontane. Il layout del giardino cinese e successivamente giapponese è strettamente determinato secondo i principi della geomanzia tradizionale cinese, o appunto Feng Shui. Com’ è noto, le tradizioni culturali cinesi hanno spesso contaminato più o meno volontariamente il resto del vicino oriente, da qui la tendenza a confondere tradizioni e nomi cinesi e giapponesi. Il primo libro conosciuto sull'arte del giardino giapponese il Sakutei-ki, scritto nel XI secolo, e dice: “E’ un buon auspicio arrivare da Est, per entrare nel giardino e passare sotto la casa, e poi lasciarla da Sud – Est. In questo modo, l’acqua del Drago Azzurro porterà via tutti gli spiriti cattivi verso la Tigre Bianca” (il Drago Azzurro e la Tigre bianca sono due dei quattro Animali Guardiani tradizionali, essenziali nella pratica del Feng Shui). Ma in generale devo dire che ci sono molte discordanze su come dove e perché siano nati questi bellissimi giardini. Gli esperti di tutto Il mondo si confrontano accanitamente da decenni su date e nomi di antiche dinastie, con risultati talvolta contraddittori. Possiamo farci un idea leggendo queste righe estratte dai testi del sito forum “L’angolo dell’amicizia”, decisamente ferrato in materia, con decine di bellissime immagini di giardini che vi consiglio vivamente di visitare: …“Il concetto di giardino zen viene considerato un mito da molti importanti esperti giardinieri giapponesi e da molti esperti di buddismo. Essi sostengono che si tratti di una creazione occidentale della fine del XX secolo, che non ha niente a che fare con la tradizione del giardinaggio giapponese. L’estetica del Karesansui o giardino secco, non è affatto unica dei giardini che si trovano vicino ai templi zen …. I giardini attorno ai templi zen possono avere molti stili differenti ed i giardini secchi sono solo uno di questi … Il termine giardini Zen appare per la prima volta nel libro del 1935 di Loraine Kuck intitolato “One Hundred Kyoto gardenes”. Il primo uso del termine in lingua giapponese non apparve sulla stampa fino al 1958. Ciò può implicare qualche studioso giapponese possa aver semplicemente seguito l’uso occidentale, adottando il concetto in voga di giardino Zen, perché già utilizzato dagli stranieri … Il libro “Themes, scene & Taste in The history of japanese garden art” di wybe kuitert, pubblicato nel 1988, contesta fortemente la correlazione tra giardino Zen e Karesansui affermando: Kuck confonde la sua interpretazione del giardino zen (XX secolo) storicamente determinata, con un antico giardino appartenete ad una cultura completamente diversa. Questo falsa la sua interpretazione. Il giardino medievale trovava la sua collocazione nei templi zen e nelle residenze dei guerrieri perché ne aumentava il prestigio culturale. Che la sua valutazione fosse determinata da elementi religiosi piuttosto che di forma è discutibile “… Inoltre Kuitert parla dei giardini zen da una prospettiva buddista: “Il miglior giardino per rappresentare il sermone di Buddha sarebbe il nulla. O perlomeno non sarebbe sicuramente stato un giardino esteticamente gradevole, il quale avrebbe solamente distratto da una reale ricerca dell’illuminazione … Tho-ji, monaco dell’era Muromachi dice: chi pratica lo zen non deve costruire giardini. In un sutra è detto che il Bodhisattva Makatsu, volendo meditare, per prima cosa abbandonò totalmente le cose di questo mondo, tanto il far affari ed ottenere profitti, quanto il coltivare piante… l’’opinione che i monaci Zen usino i giardini per la meditazione è smentita dal fatto che in Giappone i monaci Zen meditano quasi sempre al chiuso, sia di fronte ad un muro (Soto Zen) sia di fronte al centro della stanza (Rinzai Zen) e non di fronte ad un paesaggio. Dunque le foto dei monaci giapponesi che meditano su giardini di ghiaia sono verosimilmente messe in scena…”

Per quanto mi riguarda, dal punto di vista estetico queste meravigliose creazioni devono tutto alle sensazioni che riescono a generare nell’animo di chi le contempla, al pari di un dipinto o di una composizione musicale, segno che chi le ha ideate e realizzate ha composto indubbiamente qualcosa in grado di suscitare benefici stati d’animo. Riuscire a toccare le corde dell’anima generando emozioni, è la cartina di tornasole, ciò che indica che una data opera è centrata per il suo scopo. Per ciò che concerne l’utilizzo di queste composizioni naturali sul piano delle Energie Sottili, concordo pienamente nel riconoscere le funzioni di barriera e protezione dei siti operata nel comporre e posizionare correttamente un Karesansui per esperienza personale. La storia ha indubbiamente la sua importanza, ma spesso l’accanimento accademico si focalizza sul dito e non permette di vedere la Luna…

Alessandro Arnaldo Pardini

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